Pagelle Liegi-Bastogne-Liegi 2024: Tadej Pogacar di un altro livello, splendido Romain Bardet, Mathieu van der Poel si gestisce, Egan Bernal si ritrova, Mattias Skjelmose delude
Tadej Pogacar (UAE Team Emirates), 10 e lode: Ennesima masterclass dello sloveno che si gestisce questa giornata alla perfezione, realizzando e portando a compimento un piano ben studiato. Sempre attento assieme alla sua squadra per tutto il giorno, con due accelerazioni ben piazzate spezza i rivali con una facilità disarmante, che ancora una volta ne dimostra la straordinarietà. Dopo due edizioni in cui le cose non sono andate come sperava, per motivi ben diversi fra loro, oggi fila tutto liscio come l’olio per un successo che lo consegna sempre più alla storia.
Romain Bardet (Team dsm-firmenich PostNL), 10: Il francese festeggia nel finale come se avesse vinto e fa bene. Una gestione di gara perfetta da parte dell’esperto scalatore transalpino che, dopo essere già salito sul podio della Doyenne ormai sei anni fa, oggi fa tutto alla perfezione, con l’unica sfortuna di trovare sulla sua strada un corridore che è evidentemente di un altro livello per lui e per tutti gli altri.
Mathieu van der Poel (Alpecin-Deceuninck), 8: Evidentemente in calo di forma, tanto fisica quanto mentale, il campione del mondo raccoglie comunque un bel terzo posto che era tutt’altro che scontato, tanto alla vigilia, visto che queste corse son tutt’altro che il suo pane quotidiane, quanto nel corso della gara, che lo ha visto perdere terreno a causa di una caduta che lo ha trovato in coda al gruppo. Altro segno che oggi non c’era del tutto, o perlomeno come avrebbe voluto. Certo, senza quel piazzamento un po’ svogliato nelle fasi cenrali di corsa poteva quantomeno
Maxim Van Gils (Lotto Dstny), 8: La splendida primavera del talento belga si chiude con un ennesimo piazzamento di prestigio, a conferma di capacità fuori dal comune, ma anche di una testa che alla sua età sono in pochi ad avere. Tra i giovani emergenti non è tra coloro di cui si parla di più, ma potrebbe presto far cambiare idea a molti.
Domen Novak (UAE Team Emirates), 8: Gregario perfetto oggi per il connazionale, lo sloveno prende in testa tutte le côte fino a metterlo in rampa di lancio sulla Roche-aux-Faucons. Intervenuto dopo l’iniziale lavoro di un solido Sjoerd Bax (7,5), il classe 1995 non si era forse mai visto così decisivo in carriera, prendendo la scena anche ad ottimi scalatori come Finn Fisher-Black (7) e Diego Ulissi (7), che finiscono così per lavorare anzitempo, ma anche a uomini come Marc Hirschi, che non deve neanche intervenire visto l’ottimo lavoro del compagno, potendo successivamente
Aurélien Paret-Peintre (Decathlon Ag2r La Mondiale), 7,5: Un bel piazzamento che conferma la grande crescita del corridore francese, tra gli uomini più in forma di una squadra che anche quest’oggi davanti si è distingue, anche con le presenze di Benoit Cosnefroy (7,5), tra i migliori in salita alle spalle di Pogacar, e un Paul Lapeira in forte crescit 7,5,
Alexey Lutsenko (Astana Qazaqstan), 7,5: Il campione kazako ci prova più volte, spendendo forse anche troppe energie, ma almeno non sta a guardare, subendo solamente. Il risultato non lo premia, ma è un buon segnale per un corridore che non è forse mai esploso come ci si aspettava, tuttavia dimostrandosi capace di ottenere ottimi risultati, provando spesso anche ad isolarsi al comando.
Egan Bernal (Ineos Grenadiers), 7,5: All suo esordio assoluto nella Doyenne, alla quale partecipa in extremis dopo tante rinunce e la possibilità di testarsi senza pressione, il colombiano sforna invece una splendida prestazione, che lo convince a voler tornare in futuro per fare ancora meglio. ma che soprattutto lo ricolloca sempre più in alto nelle gerarchie.
Ben Healy (EF Education – EasyPost), 7,5: Tra i più generosi, forse anche troppo, l’irlandese non esita ad attaccare, rilanciare, tirare e chi più ne ha più ne metta in un finale che alla fine non lo premia, ma comunque consolatorio riguardo una competitività confermata dopo quelli che a questo punto non sono cihiaramemte exploit isolati.
Tom Pidcock (Ineos Grenadiers), 7,5: Senza la sfortuna che decide di giocare con lui nel tratto finale, costringendolo a fermarsi più volte, il vincitore della Amstel Gold Race avrebbe potuto indubbiamente avere un ruolo importante in gara. Ha anche il grande merito di esser lui a suonare la riscossa in un gruppetto di corridori che sino a quel momento sembrava correre battuto.
Romain Gregoire (Groupama-FDJ), 7,5: Anche lui era rimasto tagliato fuori, ma il classe 2003 reagisce prontamente, proponendosi anche nel finale nella fase di corsa più attiva per una lotta al podio che lo vede sconfitto. Ma è tutta esperienza che è pronto far fruttare il prima possibile
Richard Carapaz (EF Education – EasyPost), 7,5: In salita è tra i più dinamici, anche se sembra confermare la tendenza a non gestirsi al meglio, spendendo così troppo rispetto a quello che poi è il risultato. Segnali comunque incoraggianti dopo le difficoltà di questo inizio di stagione.
Pello Bilbao (Bahrain-Victorious), 7: Spende tanto per problemi meccanici, oltre per essere rimasto a sua volta coinvolto nella maxi-caduta, ma è sempre pronto a rialzarsi e rimettersi in gioco, fino a concludere con un buon piazzamento, di gran lunga il migliore dei suoi, confermando per l’ennesima volta la sua grande duttilità.
Valentin Madouas (Groupama-FDJ), 7: Bravo a non perdersi d’animo. Dopo essere rimasto coinvolto nella caduta avvenuta all’inizio delle fasi calde, rifiata come possibile e quando il suo gruppetto si riporta sui corridori davanti, è tra i più temuti visto l’ottimo spunto mostrato già dallo scorso anno.
Tiesj Benoot (Visma|Lease a Bike), 7: Il belga non si ferma mai e anche oggi è lì davanti quando la strada si fa dura. Protagonista già sul pavé, corre sulle ali dell’entusiasmo per la gioia della nascita di sua figlia e raccoglie un’altra prestazione di spicco, che potrebbe valergli maggiore considerazione vista la sua affidabilità e continuità.
Mattias Skjelmose (Lidl-Trek), sv: Dopo la terribile caduta alla Freccia Vallone, il campione danese aveva mostrato grande ottimismo riguardo le sue posibilità in una corsa maggiormente per scalatori come la Doyenne, ma quando il gioco si è fatto duro stavolta lui è sparito.
Simon Yates (Team Jayco-AlUla), 5: Come di consueto corre in coda al gruppo, ma non sono queste le corse in cui si può permettere di farlo, finendo così per spender molta più energia di quanta non ne avesse
Santiago Buitrago (Bahrain-Victorious), 5: Il colombiano doveva essere la pedina migliore di una squadra in cui invece è probabilmente l’anello debole, necessitando anche del supporto dei compagni in pianura,.
Aleksandr Vlasov (Bora-hansgrohe), 5: Ogni volta che lo si vede è quando perde contatto, ma dal corridore russo ci si aspettava ovviamente molto di più, quantomeno per cercare di ottenere maggiore considerazione anche nella sua stessa squadra in cui può rivelarsi il vice-Roglic.
Kevin Vauquelin (Arkéa-B&B Hotels), sv: Arrivato con grandi ambizioni dopo l’ottimo inizio di stagione e il secondo posto alla Freccia Vallone, il talento francese rimane coinvolto nella maxi-caduta, dovendo ritirarsi dopo aver cercato di stringere i denti.
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